Appello per una mobilitazione sanitaria a Suruc – Aligor : Kobane non è sola!

La Microclinica Fatih – ambulatorio popolare autogestito , risponde all’appello della popolazione curda per portare solidarietà attiva ai profughi che sono stati costretti a lasciare Kobane ed i villaggi circostanti e a rifugiarsi oltre il confine, nel sud est del Kurdistan turco a causa degli attacchi dell’Isis.
Oltre duecentomila persone hanno lasciato la propria terra e solo nella zona di Suruc Aligor sono stati allestiti 5 campi profughi che ospitano oltre 50.000 persone: anche la popolazione residente ha fatto e sta facendo la propria parte aprendo le case per ospitarli.
Tutta la gestione dell’accoglienza è in mano alle organizzazioni di base e alle municipalità : senza questa autogestione non ci sarebbero stati né i campi , né l’organizzazione e nemmeno quei servizi che garantiscono una parvenza di “normalità e sussistenza“ quali cibo, scuola, casa delle donne etc., il tutto su base volontaria.
A livello umanitario le ONG non stanno intervenendo e allo stesso tempo anche lo stato turco con la sua ostilità non fa che complicare le cose impedendo di fatto l’arrivo di aiuti e mantenendo un atteggiamento piuttosto “ambiguo“ con Isis, peraltro senza riconoscere ai profughi siriani lo status di rifugiato .
Tutta la solidarietà è data nel segno dell’autogestione e dagli/dalle attivisti/attiviste internazionali.
Anche a livello sanitario è stata data una prima risposta da volontari medici che quotidianamente visitano centinaia di pazienti e a livello internazionale si sta cercando di portare solidarietà anche attuando l’avvio di staffette sanitarie che possano supportare la popolazione ed i “colleghi esausti” con una maggiore continuità.
Gli aspetti critici dei campi sono dovuti al sovraffollamento sia in riferimento allo spazio occupato dalle tende rispetto alla superficie totale delle aree su cui sono allestiti, sia riguardo allo spazio nelle tende in generale per persona, che è al di sotto dello standard medio per ogni persona ospitata; all’approvvigionamento idrico e alimentare, nonché alle criticità dovute alla stagione invernale ed alla lontananza dai centri di assistenza sanitaria, peraltro non in grado di rispondere alla aumentata richiesta di prestazioni .
Inoltre dei quattro ospedali presenti a Kobane , due sono stati distrutti completamente durante i combattimenti, i restanti due sono funzionanti al 50% e le condizioni della città non permettono un rientro imminente di tutti i profughi (rapporto UIKI onlus).
In quest’ottica di condivisione abbiamo deciso di aderire al convoglio umanitario in partenza da Torino e di creare al suo interno un gruppo di medici ed infermieri. Sappiamo che necessitano principalmente di pediatri, ortopedici, ginecologi, odontoiatri, chirurghi ed internisti .
Se sei interessato/a anche tu a fare la tua parte, invia una mail a questo indirizzo:
ambulatoriopopolare@inventati.org con oggetto “staffetta sanitaria” e sarai ricontattato/a.
Segui tutte le info sul blog della carovana.

I medici e le/gli infermiere/i
della Microclinica Fatih
Ambulatorio popolare autogestito