Un saluto a tutti e tutte.
Scriviamo dalla struttura detentiva di Urfa, dove ci troviamo da giovedì, a seguito del nostro fermo la notte precedente durante il rientro in Turchia.
Lo facciamo in primo luogo per rassicura tutti sulle nostre condizioni: stiamo bene e il morale è alto, e questo lo dobbiamo alla solidarietà e alla vicinanza manifestataci in questi giorni.
Dopo la prima notte, passata tra caserme, perquisizioni ed interrogatori, la situazione è decisamente migliorata, anche se rimane la rabbia e la frustrazione per il prolungamento della nostra detenzione.
Una rabbia ancora più grande la proviamo pensando a quello che vuol dire l’embargo turco ai danni del Rojava: Continue reading