Category Archives: Carovana Torino-Rojava

Quarto report dalla #CarovanaKobane: Suruc – Cizre – Diyarbakir

La Carovana Internazionale, vista la criticità della situazione in altre zone del Paese e su suggerimento della deputata HDP Leila Guven, decide di dividersi in due delegazioni e di andare in veste di osservatori internazionali sia a Cizre che a Diyarbakir, entrambe teatro di violenti scontri.
La delegazione diretta ad Cizre
Partiamo alle luci dell’alba per arrivare il prima possibile nella città di Cizre, nell’estremo sud-est della Turchia a poche centinaia di metri dal confine siriano, iracheno e iraniano.
9f52e37a-65d4-46c5-eaaa-ae293f1ccaafNel tragitto un primo controllo di polizia ci ferma per pochi minuti per un rapido controllo invece alle porte della città un imponente schieramento di forze dell’ordine con tank, mitra e cecchini ci fa pensare di non poter raggiungere i compagni che ci aspettano nella sede dell’HDP. Qui il partito ha registrato il 98% delle preferenze nelle scorse elezioni e la città ha dichiarato l’autonomia sulla base dei principi del confederalismo democratico. E’ questa la ragione principale della violentissima repressione durata nove giorni di coprifuoco appena cessati. Dopo un controllo dei passaporti ci lasciano passare.
All’arrivo ci accoglie un bellissimo corridoio di compagni fino al cortile interno della sede. Un parlamentare dell’ HDP ci riporta la situazione a cui è stata costretta la popolazione senza acqua ed elettricità, privazioni unite al dolore dei parenti dei martiri. Una madre – continua lui – è stata costretta a tenere nel freezer di casa il cadavere della figlia, per evitare che andasse in decomposizione.
Durante gli 8 giorni di assedio nessuno è potuto entrare o uscire dalla città; alle persone ferite sono state negate le cure d’emergenza e i paramedici sono diventati bersagli mobili per i cecchini turchi. Le linee telefoniche ed internet sono state interrotte completamente. La co-sindaca della città era stata incriminata per aver denunciato la politica governativa tesa a provocare una guerra civile e per questo le era stato Continue reading


15 Settembre: Ad un anno dell’assedio Kobane – Terzo report dalla #CarovanaKobane

15 Settembre, report terzo giorno di carovana internazionale per l’apertura di un corridoio umanitario Verso Kobane.

Continuano ad arrivare partecipanti alla Carovana mentre prosegue l’offensiva turca nei confronti del Kurdistan. La sera del 14 settembre il pullmino della Carovana diretto ad Urfa è stato fermato e perquisito dalla polizia.

All’interno del pullman erano presenti anche i due parlamentari italiani che hanno tentato, senza esito, di opporsi alla perquisizione. Abbiamo notato che negli ultimi giorni il livello di attenzione attorno alla nostra presenza è aumentato notevolmente. Siamo costantemente seguiti e monitorati dai mezzi blindati della polizia e siamo costretti a pianificare gli spostamenti con cura.

NEVER ALONE

FB_IMG_1442349214302Un intenso incontro con le donne ci riporta nel campo dedicato ad Arin Mirxan che avevamo visitato il primo giorno di Carovana (link), ad accoglierci ritroviamo anche la deputata HPD Leila… che si stringe con tutte noi intorno allo striscione che abbiamo portato “we can be free together, but we can’t be free alone – international feminist solidarity”. La rappresentante di KJA (Free Women Congress) ribadisce che il messaggio femminista Continue reading


#CarovanaKobane: Secondo report da Suruc

Secondo giorno di Carovana Internazionale per l’apertura di un canale umanitario verso Kobane. Incontri con la municipalità di Suruc, il co-presidente del cantone di Kobane, la rappresentante delle donne di Kobane, il comitato di gestione della crisi e la deputata HDP Leyla Güven.

La situazione nel paese cambia sotto i nostri occhi, gli attacchi che abbiamo riportato ieri contro la popolazione curda continuano e ci è giunta da poco la notizia dell’oscuramento del portale del giornale curdo Cumhuriyet. Il sindaco di Diyarbakir, città considerata la capitale del Kurdistan turco, è stato preso in custodia dalle forze di polizia, mentre a Cizre è da poco stato ritirato il coprifuoco ma la situazione resta tesa. Con grande attenzione verso il complesso contesto che muta intorno a noi, affrontiamo questo secondo giorno di Carovana Internazionale.

LA CONVIVENZA

Veniamo accolti nei locali comunali nei pressi della piazza centrale della città, dove incontriamo per primi il copresidente di Suruç Continue reading


“We can be free together but we can’t be free alone”

Domenica 13 Settembre

Primo giorno di Carovana internazionale per l’apertura di un corridoio umanitario verso Kobane al confine turco-siriano. Nel centro culturale Amara e nei campi profughi intorno a Suruç da oggi fino al 16.

Come centri sociali e associazioni, uniti nella campagna Rojava Calling, insieme ad attivisti italiani ed internazionali, organizzazioni di base, rappresentanze di enti locali e parlamentari abbiamo partecipato al primo giorno di Carovana, per costuire una rete ampia e concreta di solidarietà con la Resistenza di Kobane. La città curda è ancora assediata da Daesh ed è costretta alla fame dalla chiusura del confine delle autorità turche, una morsa che tenta di piegare la Resistenza dei combattenti YPG e YPJ e l’esperienza del confederalismo democratico.
Tale esperienza non solo è stata attacata dall’Isis ma anche dal governo turco.
Se da un lato del confine Daesh (Isis) prosegue l’aggressione contro i cantoni del Rojava, in Turchia il governo di Erdogan ha lanciato una nuova offensiva.
Sono moltissimi gli attacchi contro la Resistenza curda da parte del governo turco; ad esempio, nella giornata di oggi è stata attaccata dalla polizia la manifestazione in solidarietà agli abitanti di Cizre, mentre continuano gli scontri a Dyarbakir. E’ di questa sera la notizia che dopo le grandi mobilitazioni di ieri e di oggi, nella città di Cizre è stato imposto un nuovo coprifuoco di quarantotto ore. La città era stata riaperta solo ieri dopo nove giorni di assedio da parte dell’esercito turco, che non ha permesso l’accesso neanche alla delegazione di deputati del HDP (Partito Democratico dei Popoli). Secondo fonti curde le vittime dell’assedio sono 31 Continue reading


Carovana 15 Settembre 2015 – Un appello alla mobilitazione internazionale (info e adesioni)

Appello Internazionale per la ricostruzione di Kobanê e per l’apertura di un corridoio umanitario

Qui alcuni estratti di un appello di UIKI onlus e Rete Kurdistan Italia che chiama alla mobilitazione dal 12 al 17 settembre nelle zone del confine turco-siriano ed in particolare nella zona di Suruc (crocevia nel corso dell’ultimo anno della solidarietà verso Kobane, duramente colpita dal vigliacco attacco bomba all’Amara Center del 20 luglio scorso).

Circa un anno fa, il 15 settembre 2014 i Daesh hanno lanciato la loro prima ingente offensiva contro il cantone curdo di Kobanê, in Siria. La popolazione curda, guidata dalle forze di autodifesa del popolo ( YPG e YPJ) ha organizzato una grande difesa contro l’attacco. La resistenza di uomini e donne all’interno di Kobanê, è stata una battaglia per la democrazia, per i diritti umani, per un futuro comune, per la legittimazione e l’uguaglianza delle donne nella società . Il supporto della Coalizione Internazionale è stato prezioso ma non sufficiente.
11699078_998288136868567_7211007197547583810_oKobanê è stata liberata dopo 134 giorni di resistenza, ma tra il 25 e il 27 giugno l’ISIS ha compiuto l’ennesima strage contro l’umanità: più di 200 civili, la maggior parte dei quali donne e bambini, sono stati brutalmente assassinati. La minaccia non è stata quindi rimossa.
La città risulta quasi completamente distrutta: i servizi essenziali quali acqua ed elettricità, i rifornimenti di cibo e i le cure sanitarie sono ai minimi livelli o addirittura inesistenti. Lo Stato Islamico inoltre, dimostrando ulteriormente la sua brutalità, ha dislocato migliaia di mine per impedire il ritorno della popolazione nelle proprie terre.
Pertanto è necessario garantire ai rifugiati la possibilità di rientro nella propria città in modo sicuro, sostenendo la ricostruzione delle infrastrutture basilari, al fine di assicurare loro una vita dignitosa.Nonostante la liberazione il cantone è ancora sotto embargo.
Kobanê è circondata da Daesh. Il confine con la Turchia risulta quindi fondamentale. La popolazione di Kobanê ha urgentemente bisogno di un corridoio umanitario per ricevere gli aiuti necessari al fine di proteggere,rifornire e ricostruire la propria città.
Per promuovere la riduzione della violenza, per sostenere la stabilità in Siria e nelle regioni liberate dal terrorismo, constatando l’urgenza dell’apertura di un corridoio umanitario, al fine di esercitare pressioni nei confronti dell’ ONU,che implementando la Risoluzione 2165 del 14 Luglio 2014 art.2 potrebbe essere in grado di garantire l’apertura di un ulteriore valico di confine, invitiamo singoli attivisti, istituzioni, sindacati, partiti politici, ONG, autorità locali e internazionali alla partecipazione di una grande carovana internazionale.
Martedì 15 settembre,anniversario del primo attacco di Daesh al cantone di Kobanê, saremo tutte e tutti a Suruç, in Turchia, nella città gemella di Kobanê e a pochi chilometri dal confine siriano, per esprimere il nostro appoggio politico e umanitario.

La partecipazione dall’Italia sarà costruita ed organizzata su base locale.

Da Torino e dal Piemonte per chiedere informazioni, partecipare, organizzare la solidarietà si può utilizzare l’indirizzo mail torino_kobane@autistici.org.

Per quanti e quante volessero materialmente partecipare alla delegazione verso Suruc l’invito è a contattarci il prima possibile e comunque a far pervenire conferma della propria partecipazione entro la seconda settimana di agosto (ENTRO IL 15 AGOSTO)

SCHEDA DI PARTECIPAZIONE CAROVANA 15 SETTEMBRE 2015
(da compilare ed inviare all’Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia oppure carovana15settembre@gmail.com)

COMUNICO LA MIA DISPONIBILITA’ A PARTECIPARE,
ALLA CAROVANA INTERNAZIONALE PER IL CORRIDOIO UMANITARIO
IN VESTE DI OSSERVATORE INTERNAZIONALE, PER AVVIARE UN RAPPORTO DI SOLIDARIETA’ CON ORGANIZZAZIONI DELLA SOCIETA’ CIVILE E DEMOCRATICA IN TURCHIA, A UNA DELLE SEGUENTI DELEGAZIONI:

o 12/17 Settembre 2015, Per Carovana 15 settembre corridoio umanitario (100 euro campeggio +trasferimenti interni +interpreti+ sottoscrizione)
o 12/17 Settembre 2015 Per Carovana 15 Settembre corridoio umanitario(150 trasferimento da albergo Urfa a Suruc +trasferimenti interni+interpreti+ sottoscrizione)

NOME E COGNOME:
PROFESSIONE:
DATA DI NASCITA :
SCADENZA DELLA CARTA D’IDENTITA’:
INDIRIZZO:
RECAPITO TELEFONICO e E-MAIL :
LINGUE CONOSCIUTE:
ALTRE ESPERIENZE ANALOGHE:
ALLOGGIO CAMPEGGIO O ALBERGO:


Giov 30 Luglio 2015 – Torino – Fiaccolata in solidarietà con il popolo Curdo! Fermiamo il massacro, Erdogan assassino!

LA TURCHIA NON STA BOMBARDANDO L’ISIS, STA BOMBARDANDO COLORO CHE COMBATTONO L’ISIS!

30-Luglio_fiaccolata

 

Giovedì 30 Luglio 2015
Ore 21 – Fronte Stazione Porta Nuova – Torino

CORTEO/FIACCOLATA IN SOLIDARIETA’ AL POPOLO CURDO!

Contro l’aggressione della Turchia è ora di mobilitarsi!

LIBERTA’ PER OCALAN, PACE SUBITO!

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FERMIAMO IL MASSACRO! ERDOGAN ASSASSINO!

Da Suruc ai bombardamenti: Dieci giorni di menzogne
Il 20 luglio scorso, nella cittadina vicina al confine turco-siriano di Suruc, sono stati uccisi 32 giovani socialisti provenienti dalle più grandi città turche. Suruc è il villaggio nel quale si è dato sostegno internazionale alla resistenza di Kobane. Migliaia di attivisti da tutto il mondo, tanti anche dall’Italia, si sono recati proprio a Suruc per offrire il proprio sostegno e aiuto, mentre le guerrigliere e i guerriglieri resistevano a Kobane contro l’attacco di ISIS durante i 134 giorni di assedio. Per questo i 32 giovani socialisti erano a Suruc il 20 luglio, per continuare a dare sostegno alla ricostruzione di Kobane. Usando questo attentato come pretesto, il premier turco Ahmet Davutoglu ha deciso di entrare in azione militarmente, motivando questa decisione con la pericolosità di ISIS, e bombardandone le postazioni. Il giovane attentatore di Suruc, un 20enne che avrebbe fatto parte di un gruppo affiliato allo stato islamico, sarebbe stato “pressochè sconosciuto” alla polizia turca, ma secondo fonti stampa il suo gruppo integralista sarebbe oggi tra i più infiltrati dai servizi segreti turchi.Ma quest’attentato è stato solo un pretesto per dare il via ad una campagna militare e ad una serie di operazioni repressive di vasta portata che hanno riguardato le organizzazioni fondamentaliste vicino allo Stato Islamico solo marginalmente.

Il vero obiettivo della guerra di Erdogan
Il 24 luglio (meno di 4 giorni dopo il vile attenato di Suruc) inizia l’operazione di bombardamento contro i guerriglieri e le guerrigliere curde nelle montagne della zona di difesa di Medya. Le bombe degli F16 turche sono state sganciate per tutta la notte sulle regioni di Zap, Basyan, Gare, Avaşin e Metina. Gli aerei hanno poi colpito Xinere e Kandil e molti villaggi di civili nella regione. Alcune zone sono state colpite tre volte nel corso della stessa notte. Parallelamente è stata avviata una vasta operazione repressiva in Turchia, della stessa portata di quella del 2009 conosciuta come “operazione KCK”, che ha portato all’arresto di circa un migliaio di democratici in tutto il paese (poche decine gli arrestati tra i gruppi fondamentalisti vicino a ISIS) e causato l’uccisione di Abdullah Ozdal di 21 anni nella citta’ di Cizre (Turchia). Tra le vittime della repressione anche un bambino di 10 anni Beytullah Aydin, che è caduto mortalmente mentre veniva inseguito dalla polizia nella città di Diyarbakir il 26 luglio scorso. È dunque chiaro che la guerra scatenata da Erdogan e dal suo partito AKP è una guerra contro tutte le articolazioni del movimento di liberazione kurdo e contro una buona fetta della sinistra rivoluzionaria turca. Alle ultime elezioni politiche del 7 giugno scorso il partito di Erdogan ha visto diminuire di molto il proprio consenso, e le sue ambizioni di una riforma in senso presidenziale della Turchia sono di fatto state sfermate dalla grande affermazione elettorale dell’HDP, un cartello progressista che unisce il mondo politico e sociale della sinistra kurda con l’attivismo progressista turco. Sono passati ormai quasi due mesi dalle elezioni ma il primo ministro turco Ahmet Davutoğlu non ha ancora trovato alleati per formare un nuovo governo. Questo rende ancora più debole la posizione di Erdogan il quale, ciononostante, approfittando dell’assenza di un governo, continua a prendere decisioni illegali in maniera golpista e fascista, e con lo scopo di spingere ancora una volta i Kurdi all’angolo, etichettandoli come “terroristi”, indebolendo l’HDP, ai cui parlamentari Erdogan ha recentamente chiesto di togliere l’immunità, riproponendo la vecchia storia dei fiancheggiatori del PKK, una scusa sempre buona in Turchia quando si tratta di giustificare ampie operazioni repressive, come appunto quella in corso, accompagnata da un attacco militare di vera e propria guerra portato avanti su più piani, sia contro le postazioni dei partigiani del PKK nel nord Iraq sia contro i villaggi abitati dai civili. Continue reading


La guerra di Erdogan contro l’ISIS è una bufala! Confine ancora più blindato e centinaia di arresti contro attivisti Curdi e Turchi

L'esercito Turco "impegnato" nelle operazioni contro l'ISIS di ieri (23 Luglio)

L’esercito Turco “impegnato” nelle operazioni contro l’ISIS di ieri (23 Luglio)

La guerra di Erdogan contro l’ISIS è una farsa vomitevole e vergognosa. Gli scontri di ieri al confine con alcuni miliziani dell’ISIS, così come i “raid” che oggi gli F16 stanno compiendo colpendo il nulla, servono solo a risollevare l’immagine internazionale della Turchia come attore in campo nella lotta “contro il terrorismo dell’ISIS“. L’operazione lanciata questa mattina ha visto infatti l’arresto di oltre 182 militanti dell‘HDP e del BDP (partiti della sinistra Curda-Turca), pur venendo rivendicata come operazione anti-ISIS.
Si contano a centinaia gli episodi che hanno visto il governo Turco, i suoi esponenti, l’esercito così come il MIT (servizio di inteliggence) dare supporto logistico, politico ed economico ai Daesh (relazione strette tra ISIS e Turchia)
Giusto ieri sono stati aumentati i fondi da destinare al controllo di uno dei confini più blindati al Mondo (quello con la Siria) e che al momento vede solo un tratto di 70 km in mano allo Stato Islamico. 

 

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Come apparirà il confine Turco-Siriano

Milioni e milioni di Lire turche per rinforzare i controlli al confine attraverso:
• la costruzione dell’ennesimo muro
• rafforzamento delle recinzioni metalliche e del filo spinato
• un fossato di 225 miglia lungo il confine
• aumento del 90% dell’uso di droni e di aerei da ricognizione
• Torrette di guardia più vicine tra loro
• Più uomini e mezzi
• Più telecamere, rilevatori termici e anti-movimento


Una vera e propria beffa, una guerra alla mobilità che aumenterà l’embargo già in atto in Rojava, renderà di fatto ancora più impossibile il passaggio di aiuti umanitari, di professionalità e di attivisti che vogliono portare solidarietà nella città devastata di Kobane.

Lungo i 911km di confine che separano la Turchia dalla Siria, sono solo più 70 i km in mano allo Stato Islamico, dopo le forze YPG/YPJ hanno liberato la maggior parte delle città lungo il confine

Lungo i 911km di confine che separano la Turchia dalla Siria, sono solo più 70 i km in mano allo Stato Islamico, dopo le forze YPG/YPJ hanno liberato la maggior parte delle città lungo il confine

Erdogan sta calpestando quei corpi maciullati delle bombe con la complicità della comunità internazionale.

E’ bene ricordare che i compagni e le compagne morti a Suruc si trovavano all’Amara Center per denunciare, durante una conferenza stampa, il diniego da parte della prefettura di raggiungere Kobane legalmente, e probabilmente se non fossero stati uccisi in quel vigliacco attentato, alla sera avrebbero provato a passare quel maledetto confine illegalmente, così come abbiamo fatto noi, come fanno i Curdi e di tutti gli attivisti internazionali (ma anche giornalisti, medici, ingegneri ecc.) che vanno in Rojava a portare solidarietà.
Bloccando e chiudendo il confine, si uccidono una seconda volta i ragazzi di Suruc, si uccidono i martiri di Kobane e della guerra di liberazione contro ISIS.
E’ inaccettabile ed è come ammettere che quei compagni e quelle compagne sono morti invano.
Non è più l’ora degli articoli sdolcinati e della mobilitazione virtuale.

E l’ora di lottare e mettere i propri corpi in gioco affianco quelli dei fratelli e delle sorelle Curd*.

Il 15 Settembre bisogna esserci!!
(leggi l’appello qui http://www.uikionlus.com/appello-internazionale-per-la-ric…/)


21 Luglio 2015 – Non si può restare in silenzio! Presidio di solidarietà contro l’attacco all’Amara Center di Suruc

LA COMUNITA’ CURDA DI TORINO INVITA TUTTE E TUTTI A SCENDERE IN PIAZZA, MARTEDI’ 21 LUGLIO, ALLE ORE 17 IN PIAZZA CASTELLO!

CKbZHq2WUAIRoe4Alle 11 di ieri mattina, Lunedì 20 Luglio, un nuovo ed infame attacco ha colpito il cuore del Kurdistan resistente, nella cittadina di frontiera di Suruc in Turchia, città gemella di Kobane che si trova giusto a pochi chilometri dall’altra parte del confine. Una grossa esplosione ha colpito l’Amara Center, il centro culturale Curdo di Suruc, dove si erano radunati diversi centinaia di attivisti che si apprestavano a raggiungere la città di Kobane per sostenere la ricostruzione della città.
Erano circa 300 gli attivisti della Federazione dei giovani socialisti di Istanbul che avevano avanzato una richiesta ufficiale alla prefettura di Suruc per poter entrare legalmente a Kobane, richiesta che non è stata autorizzata. Gli attivisti avevano come progetto quello di costruire un parco giochi e portare aiuti in città ed in particolare giocattoli ai bambini di Kobane.
Durante la conferenza stampa un vigliacco attacco suicida ha colpito il centro e secondo fonti ufficiali del Ministero dell’interno Turco al momento sono 27 le vittime confermate ed oltre 100 i feriti, anche se purtroppo questo sembra un bilancio destinato a salire.
Subito dopo l’esplosione la polizia Turca è intervenuta usando idranti e sparando lacrimogeni contro la popolazione.
L’Amara Center in Suruc in questi mesi è stato uno snodo per la solidarietà verso la resistenza del Rojava. L’attentato di questa mattina ha colpito un simbolo di Suruc, un luogo di iniziativa sociale e politica, di solidarietà internazionale che in questi mesi ha raggiunto Kobane ed il confine Turco-Siriano in sostegno alla rivoluzione del Rojava.
L’ennesimo vile attacco contro la resistenza Curda: dopo le bombe di Amed (Diyarbakir) che ha provocato 5 morti e 400 feriti, l’attacco contro Kobane del 25 Giugno con oltre 230 morti, oggi si colpisce Suruc e con essa le migliaia di persone, attivisti, solidali, giornalisti ecc. che dall’Amara Center sono passati, trovando accoglienza, un sorriso, un aiuto e tante persone speciali.
Denunciamo con forza il ruolo di connivenza che vede il governo Turco complice e finanziatore dell’ISIS ed Erdogan come colui che ha le mani sporche di sangue, responsabile e mandante politico di questa strage.

Contro gli attacchi dell’ISIS e la complicità dello Stato Turco non si può restare in silenzio!
Mobilitiamoci tutte e tutti!

Appuntamenti nelle altre città:

a MODENA ore 18
a ROMA ore 19 in P.zza della REPUBBLICA
a PARMA ore 21 in P.zza Ss. ANNUNZIATA,
a MILANO (il 22 luglio) ORE 16 in P.zza DUOMO,
a CAGLIARI (22 luglio) ore 10 Pzza PALAZZO


Giov 16 Luglio 2015 – Esperienze dalla Carovana per il Rojava | DEMOKRATIA OFF (Cavallerizza Occupata – Via Verdi 9)

11731698_1025265630826383_5559764836317213802_oGiovedì 16 Luglio 2015 – Cavallerizza Occupata (Via Verdi 9 – Torino)

Racconti dalla Carovana: “Dalle strade di Kobane alle piazze di Amed”

Resoconto con i compagni e le compagne che hanno partecipato da Torino alla Carovana per il Rojava (http://carovanaperilrojava.noblogs.org/)
Un mese di viaggio tra le strade di Kobane e le piazze di Amed, tra i territori del Kurdistan Bakur e del Rojava. Dal 13 al 23 maggio scorso a Kobane per portare a termine la prima tappa della carovana di solidarietà internazionalista. Dopo mesi di iniziative di sensibilizzazione, contro-informazione e raccolta di fondi e medicinali la Carovana è partita da Torino per raggiungere la città che ha resistito e si è liberata dalla barbarie dell’ISIS per consegnare gli aiuti raccolti. Successivamente dal 30 maggio al 7 giugno altri attivisti della Carovana sono stati in Bakur, come osservatori internazionali in occasione delle elezioni politiche che si sono svolte in Turchia il 7 Giugno e che hanno visto il successo della nuova formazione della sinistra Curdo-Turca HDP.
Kobane è un fiore da far crescere e da continuare a difendere. Contro gli attacchi dell’ISIS e la complicità dello Stato Turco un appuntamento di informazione e solidarietà con la resistenza dei popoli in lotta!

Dalle ore 20 Apertivo Benefit carovana per il Rojava – Alle 21 inizia serata


Appello Internazionale per la ricostruzione di Kobanê e per l’apertura di un corridoio umanitario

IMG_3093Il 15 settembre 2014 i Daesh hanno lanciato la loro prima ingente offensiva contro il cantone curdo di Kobanê, in Siria. La popolazione curda, guidata dalle forze di autodifesa del popolo ( YPG e YPJ) ha organizzato una grande difesa contro l’attacco. La resistenza di uomini e donne all’interno di Kobanê, è stata una battaglia per la democrazia, per i diritti umani, per un futuro comune, per la legittimazione e l’uguaglianza delle donne nella società . Il supporto della Coalizione Internazionale è stato prezioso ma non sufficiente.

Kobanê è stata liberata dopo 134 giorni di resistenza, ma tra il 25 e il 27 giugno l’ ISIS ha compiuto l’ennesima strage contro l’umanità: più di 200 civili, la maggior parte dei quali donne e bambini, sono stati brutalmente assassinati. La minaccia non è stata quindi rimossa.

La città risulta quasi completamente distrutta: i servizi essenziali quali acqua ed elettricità, i rifornimenti di cibo e i le cure sanitarie sono ai minimi livelli o addirittura inesistenti. Lo Stato Islamico inoltre, dimostrando ulteriormente la sua brutalità, ha dislocato migliaia di mine per impedire il ritorno della popolazione nelle proprie terre.

Pertanto è necessario garantire ai rifugiati la possibilità di rientro nella propria città in modo sicuro, sostenendo la ricostruzione delle infrastrutture basilari, al fine di assicurare loro una vita dignitosa.Nonostante la liberazione il cantone è ancora sotto embargo.

Kobanê è circondata da Daesh. Il confine con la Turchia risulta quindi fondamentale. La popolazione di Kobanê ha urgentemente bisogno di un corridoio umanitario per ricevere gli aiuti necessari al fine di proteggere,rifornire e ricostruire la propria città.
Appello ad andare a Suruç lungo il confine con Kobanê dal 12 al 17 Settembre 2015 Continue reading