DALL’ISIS ALLA TURCHIA: SOSTENIAMO LA RESISTENZA DEI CURDI
PRESIDIO IN PIAZZA CASTELLO - TORINO - 30 GENNAIO 2016 - ORE 15
Un anno dopo la gloriosa liberazione della città di Kobane, il popolo curdo è ancora in lotta!
Mentre in Rojava (Siria del Nord) le unità di difesa popolare YPG/YPJ continuano a combattere contro daesh liberando centinaia di villaggi e facendo arretrare sempre di più i miliziani del califfato, il Kurdistan Bakur (Kurdisan settentrionale in territorio turco) è sottoposto ormai da mesi ad un feroce attacco da parte dello Stato turco. Carri armati per le strade, città assediate, quartieri bombardati, diritti umani calpestati e una scia di sangue che non smette di scorrere. Attraverso le dichiarazioni di coprifuoco, Erdogan sta compiendo una nuova pulizia etnica:
- Da Luglio 2015 425 persone uccise di cui 79 minori e 81 donne
- 58 dichiarazioni di coprifuoco per un totale di più di 280 giorni
- 7 distretti, 17 città e 1 milione 377 mila persone colpite
- 200.000 cittadini Curdi costretti a scappare dalle proprie abitazioni
- Oltre 250 persone uccise nelle sole città sotto coprifuoco
- 76 persone uccise dall’inizio dell’anno
Sotto la guida del dittatore Erdogan, lo Stato Turco ha ormai da mesi lanciato una durissima campagna repressiva nei confronti dei partiti d’opposizione (soprattutto HDP - Partito dei popoli democratici) e dei media. Migliaia di attivisti e militanti politici sono stati arrestati, oltre 20 sindaci di diverse municipalità Curde (legalmente eletti) sono stati prima arrestati e poi sollevati dall’incarico.
Centinai di giornalisti sono stati arrestati in diversi raid per aver
raccontato ciò che accadeva nelle città sottoposte a coprifuoco, o per aver svelato gli intrecci tra Turchia e ISIS.
Da questa estate a decine si contano i casi di esecuzioni sommarie avvenute durante i blitz della polizia o nelle manifestazioni di piazza. Almeno 10 attiviste per i diritti delle donne sono state deliberatamente uccise in alcuni raid ad Istanbul e nelle città del Kurdistan Turco sotto assedio.
La polizia arresta, tortura ed uccise per ordine di Erdogan; solo nel mese di gennaio 12 ragazzi tra i 18 ed i 25 anni sono stati
giustiziati con un colpo di pistola in testa a Van, mentre altre 5
persone sono state trovate morte per strade di Siirt dopo essere stati trascinati dietro alcuni veicoli della polizia con i polsi legati
dietro la schiena.
La Turchia, membro NATO e socio in affari dei nostri governanti e delle fabbriche di armi dietro casa nostra, con una mano finanzia lo stato islamico e con l’altra uccide ed arresta il popolo curdo. Per festeggiare un anno dalla liberazione di Kobane; ma anche per non restare in silenzio, per denunciare la repressione messa in atto dalla turchia e sostenere la lotta rivoluzionaria che ha portato alla proclamazione dell’autogoverno in molte città curde del Bakur.
LIBERTA’ PER OCALAN, PACE IN KURDISTAN!
MED centro culturale curdo torino
Carovana per il Rojava