Category Archives: Report Rojava

La guerra di Erdogan contro l’ISIS è una bufala! Confine ancora più blindato e centinaia di arresti contro attivisti Curdi e Turchi

L'esercito Turco "impegnato" nelle operazioni contro l'ISIS di ieri (23 Luglio)

L’esercito Turco “impegnato” nelle operazioni contro l’ISIS di ieri (23 Luglio)

La guerra di Erdogan contro l’ISIS è una farsa vomitevole e vergognosa. Gli scontri di ieri al confine con alcuni miliziani dell’ISIS, così come i “raid” che oggi gli F16 stanno compiendo colpendo il nulla, servono solo a risollevare l’immagine internazionale della Turchia come attore in campo nella lotta “contro il terrorismo dell’ISIS“. L’operazione lanciata questa mattina ha visto infatti l’arresto di oltre 182 militanti dell‘HDP e del BDP (partiti della sinistra Curda-Turca), pur venendo rivendicata come operazione anti-ISIS.
Si contano a centinaia gli episodi che hanno visto il governo Turco, i suoi esponenti, l’esercito così come il MIT (servizio di inteliggence) dare supporto logistico, politico ed economico ai Daesh (relazione strette tra ISIS e Turchia)
Giusto ieri sono stati aumentati i fondi da destinare al controllo di uno dei confini più blindati al Mondo (quello con la Siria) e che al momento vede solo un tratto di 70 km in mano allo Stato Islamico. 

 

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Come apparirà il confine Turco-Siriano

Milioni e milioni di Lire turche per rinforzare i controlli al confine attraverso:
• la costruzione dell’ennesimo muro
• rafforzamento delle recinzioni metalliche e del filo spinato
• un fossato di 225 miglia lungo il confine
• aumento del 90% dell’uso di droni e di aerei da ricognizione
• Torrette di guardia più vicine tra loro
• Più uomini e mezzi
• Più telecamere, rilevatori termici e anti-movimento


Una vera e propria beffa, una guerra alla mobilità che aumenterà l’embargo già in atto in Rojava, renderà di fatto ancora più impossibile il passaggio di aiuti umanitari, di professionalità e di attivisti che vogliono portare solidarietà nella città devastata di Kobane.

Lungo i 911km di confine che separano la Turchia dalla Siria, sono solo più 70 i km in mano allo Stato Islamico, dopo le forze YPG/YPJ hanno liberato la maggior parte delle città lungo il confine

Lungo i 911km di confine che separano la Turchia dalla Siria, sono solo più 70 i km in mano allo Stato Islamico, dopo le forze YPG/YPJ hanno liberato la maggior parte delle città lungo il confine

Erdogan sta calpestando quei corpi maciullati delle bombe con la complicità della comunità internazionale.

E’ bene ricordare che i compagni e le compagne morti a Suruc si trovavano all’Amara Center per denunciare, durante una conferenza stampa, il diniego da parte della prefettura di raggiungere Kobane legalmente, e probabilmente se non fossero stati uccisi in quel vigliacco attentato, alla sera avrebbero provato a passare quel maledetto confine illegalmente, così come abbiamo fatto noi, come fanno i Curdi e di tutti gli attivisti internazionali (ma anche giornalisti, medici, ingegneri ecc.) che vanno in Rojava a portare solidarietà.
Bloccando e chiudendo il confine, si uccidono una seconda volta i ragazzi di Suruc, si uccidono i martiri di Kobane e della guerra di liberazione contro ISIS.
E’ inaccettabile ed è come ammettere che quei compagni e quelle compagne sono morti invano.
Non è più l’ora degli articoli sdolcinati e della mobilitazione virtuale.

E l’ora di lottare e mettere i propri corpi in gioco affianco quelli dei fratelli e delle sorelle Curd*.

Il 15 Settembre bisogna esserci!!
(leggi l’appello qui http://www.uikionlus.com/appello-internazionale-per-la-ric…/)


Strage ad Amed (Diyarbakir): 4 morti e oltre 400 feriti al comizio HDP

Oggi era il giorno del grande comizio dell’HDP nella città castello dei Curdi.

Amed (Diyarakir) dalle prime ore del mattino si è svegliata con le strade invase da caroselli festanti e le attese non sono state tradite con centinaia di migliaia di persone che hanno raggiunto da diverse parti della città la Piazza della stazione che si è andata riempiendo in un clima di festa. Una piazza bella, allegra e colorata, con tantissimi M1110001bambini e persone di ogni età, di quelle che difficilmente abbiamo avuto modo di vedere con i nostri occhi e che ci ha ricordato da vicino il clima che abbiamo respirato poco più di due mesi fa durante i festeggiamenti per il Newroz. Balli e danze tipiche, canti e cori si sono susseguiti per tutto il pomeriggio in attesa degli interventi dei parlamentari e dei candidati HDP.

11350479_10153103253928005_2399033391407754471_nDurante uno degli ultimi interventi, quello di Idriss Baluken, poco prima del comizio finale di Selahttin Demirtas (co-presidente HDP) è avvenuta una prima esplosione, simile a quella di una bomba carta,  in un cestino per l’immondizia. A pochissimi minuti di distanza una seconda, e ben più potente esplosione, è avvenuta nei locali di una cabina elettrica proprio di fronte al palco dove erano ammassate migliaia di persone. Scriviamo questo report con ancora nelle orecchie l’enorme boato che ci ha investito e con negli occhi le terribile scene di devastazione e morte; i feriti trasportati a braccia, il suono delle ambulanze ed il pianto Continue reading


Un chai al centro culturale curdo con Farquin e Giyasettin Sehir 

Insieme ad un compagno Curdo percorriamo le strette vie della città vecchia di Amed in un frenetico via vai di gente, tra gli odori del bazar dove decine di banchetti preparano cibo a tutte le ore mentre la musica del furgone elettorale dell’HDP fa ballare le persone al suo passaggio.

2015-05-31_10.48.37Qui millenni di cultura si intrecciano con la storia di oggi, quella della lotta, del PKK, di Ocalan fino ad arrivare al Rojava, a Kobane. Lo leggiamo sui muri scrostati dal passare degli anni, lo vediamo nei volti degli abitanti che ci sorridono e ci salutano al nostro passaggio mostrandoci il segno della vittoria.

Un grosso portone di pietra nera ci segnala l’ingresso al “Dicle Filat Kultur Merkezi”, il centro culturale curdo aperto dal 2003 ad Amed, che continua così la storia iniziata nel 1991 ad Istanbul col “Navenda Canda Mezopotamya”. Qui i militanti di tutte le età svolgono attività  musicali, di arte, teatro, spettacolo e ballo organizzando corsi frequentati ogni anno da migliaia di giovani e meno giovani. Nel cortile interno, accompagnati dallo scrosciare dell’acqua di una piccola fontana, ci accomodiamo tra i tavolini invitati a bere un chai con alcuni responsabili e artisti del centro.

Ci spiegano da subito l’importanza di 2015-06-05_09.56.15salvaguardare, curare, nutrire la cultura curda sia come patrimonio dell’umanità, in quanto Kurdistan e la Mesopotamia culla della civiltà, sia come arma vera e propria per i curdi contro la repressione e le politiche imperialiste che vogliono cancellarne le radici e assimilarne la cultura.

Con un passato ultramillenario la cultura curda è stata tramandata oralmente attraverso i cantastorie che ne hanno salvaguardato la lingua, le storie di lotta, d’amore e di libertà. Oggi come ieri cantautori, attori, ballerini e registi continuano nella tradizione, nonostante questo significhi attirare su di se le attenzioni di chi da decenni cerca in tutti i modi di cancellare l’esistenza di un popolo vietandone la lingua, costumi e tradizioni. Un clima di tensione e di perenne repressione colpisce tutti coloro che svolgono le attività artistico-culturali. A decine sono stati arrestati, privati della libertà piuttosto che ancora sotto processo (con imputazioni che vanno dai 20 ai 30 anni) per la loro militanza nel centro culturale. Le retate, il sequestro degli strumenti, le intimidazioni di chiusura immediata sono tra le tante pressioni che il centro subisce spesso dalla polizia turca.

2015-06-05_09.58.23Sulle note di alcune sue canzoni Farquin, famoso cantautore Curdo del gruppo “Koma Azad”, ci racconta di come la sua arte gli sia costata anni di galera ed una condanna ad oltre 20 anni per “affiliazione e propaganda per un’organizzazione illegale”.

Giyasettin Sehir, regista, insegnante di ballo e attore di teatro, come tanti artisti del centro culturale, lavora e s’impegna a diffondere con i suoi spettacoli e le sue lezioni la cultura curda. Nel 1993 in una perquisizione al centro culturale “Mezopotamya” vengono trovati in possesso di un vecchio registratore per audiocassette di musica e canti in lingua Curda. Lui ed altri vengono 2015-06-05_09.59.45immediatamente arrestati con l’accusa di collaborare con il PKK e per questo accusati di terrorismo: Giyasettin viene arrestato, condotto in commissariato dove per 30 giorni subì le più inenarrabili torture per poi essere trasferito nel carcere di Diyarbakir dove rimase per oltre 10 anni praticando lo sciopero della fame nel tentativo di lasciarsi morire per denunciare la dura repressione che il popolo curdo è costretto da sempre a subire.

“Quando ci picchiavano in carcere, insieme agli altri compagni, ci stringevamo gli uni agli altri in unico abbraccio non urlando di dolore, bensì cantando canzoni di lotta e libertà.”

Uscì dal carcere nel 2003 trovando la sua città completamente trasformata dalla cementificazione, con nuovi palazzi e nuovi quartieri. Tanti dei sui compagni e delle sue compagne di lotta non c’erano più, o perché in carcere, o perché costretti a fuggire in altri paesi o in montagna con la Guerilla. Per 2 anni, evitò di frequentare i pochi compagni rimasti in città onde evitare di attirare su di loro le attenzioni della polizia.

“Ma del dolore si nutre la felicità” per cui il dolore subito ha alimentato la 2015-06-05_10.01.30speranza, la determinazione e la voglia di Giyasettin di ricominciare a fare arte.

Nel 2007 dirige da regista il film “Mes” ambientato a Nusaybin (sud-est della Turchia) durante il colpo di stato del 1980 guidato dal sanguinario dittatore Kenan Evren. Il film, totalmente autoprodotto ed autofinanziato attraverso le attività del “Dicle Filat Kultur Merkezi” ha ricevuto tre premi in alcuni importanti festival Turchi, ma la censura ne ha vietato la proiezione nelle sale. Al momento è al lavoro su un nuovo film sul carcere di Diyarbakir diventato negli anni 80 centro di tortura contro i militanti del PKK. Ci guarda con occhi dolci di chi non crederesti  mai abbia subito anni di galera e torture, salutandoci dicendo che “ chi fa la storia è chi la vive, quelli che hanno il potere non ci hanno dato niente, ma solo preso. Non il potere, ma la resistenza ci ha dato il diritto ad esistere ed abbiamo un grosso debito con chi, oggi come ieri, continua a ribellarsi”.

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Intanto oggi grandissima attesa in città per il comizio dell’HDP dove sono attese centinaia di migliaia di persone in risposta agli ultimi gravi attacchi subiti dai militanti in varie città della Turchia. FB_IMG_1433361844097Due giorni fa a Bingöl Mohamed Oge è stato colpito alla testa da un proiettile mentre era alla guida del furgone della campagna elettorale e nella mattinata di ieri ad Erzurum gruppi fascisti legati all’AKP (il partito Sviluppo e Giustizia di Erdogan) hanno attaccato (con la complicità della polizia) il comizio HDP con pietre e coltelli provocando il ferimento di 18 persone di cui uno con ustioni gravi a causa dell’incendio del furgone della manifestazione.

Stay tuned…

Carovana per il Rojava – Amed  (5 Giugno 2015)


Il campo ezida, le madri della pace ed il clima pre-elettorale in Bakur

Siamo ancora in carovana!

Dopo il primo viaggio a Kobane (dal 13 al 23 Maggio), alcuni componenti della Carovana per il Rojava hanno raggiunto da tre giorni il Bakur (Kurdistan Turco) ed in particolare la città di Amed (Diyarbakir) per esercitare il ruolo di osservatori internazionali in occasione delle elezioni politiche Turche che si svolgeranno domenica 7 Giugno.

M1090067Nella giornata di ieri, Lunedì 1 Giugno, siamo tornati in visita al campo profughi ezida “Shingal” (pochi chilometri fuori città), dove eravamo già stati poco più di due mesi fa insieme alla delegazione Italiana che aveva raggiunto il Kurdistan in occasione del Newroz.

Al nostro arrivo notiamo subito che il numero delle tende presenti è certamente aumentato rispetto a Marzo, ed ha conferma di questo una delle responsabili del campo ci dice che ormai sono  ben più di 4000 le persone presenti.

Una scuola ed un asilo sono le prime strutture che incrociamo; la prima è già attiva grazie al lavoro volontario di alcune insegnanti arrivate da Amed. Qui, nonostante l’edificio non sia certamente adeguato ad ospitare un numero così alto di persone, si fa scuola a tutti, dai più piccoli fino agli adulti. Oltre alla lingua Curda, all’inglese, ed alle altre materie base, ci dicono che da poco si insegna anche la storia delle donne. L’asilo al contrario non è ancora Continue reading


La Carovana continua – Aperitivo e presentazione

Due appuntamenti per discutere e approfondire l’esperienza della Carovana, per organizzare solidarietà e controinformazione, per immaginare le nuove tappe del progetto

Dalle 19 Aperitivo e alle 20 presentazione

Per maggiori info e contatti: carovanaperilrojava.noblogs.org

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Dal 13 al 23 maggio scorso siamo stati a Kobane per portare a termine la prima tappa della nostra carovana di solidarietà internazionalista. Dopo mesi di iniziative di sensibilizzazione, contro-informazione e raccolta di fondi e medicinali abbiamo raggiunto la città che ha resistito e si è liberata dalla barbarie dell’ISIS per consegnare i nostri aiuti. Questo viaggio è stato anche e soprattutto l’occasione per vivere direttamente la rivoluzione sociale che nella città e nel cantone del Rojava si pratica giorno per giorno. Abbiamo incontrato uomini e donne militanti, cittadini, giovani, medici, infermieri, insegnanti… abbiamo conosciuto una società che si vuole ricostruire a partire da un nuovo paradigma, lontano dalla gabbia degli stati-nazione, partendo dal basso, attraverso la partecipazione democratica diretta e l’autogoverno.

Per farlo abbiamo dovuto violare la frontiera dello stato turco, che continua nei fatti a sottoporre i cantoni del Rojava e la città di Kobane in particolare ad un embargo silenzioso ma letale.

Siamo ancora in carovana! Dal 30 maggio al 7 giugno altri attivisti della Carovana saranno in Bakur (“il Kurdistan turco”), come osservatori internazionali in occasione delle elezioni politiche che si svolgeranno in Turchia proprio la prima domenica del mese.


 


“Contro tutte le frontiere, Viva Kobane Viva il Rojava libero” Lettera degli attivisti fermati al confine Turco-Siriano

Un saluto a tutti e tutte.

Scriviamo dalla struttura detentiva di Urfa, dove ci troviamo da giovedì, a seguito del nostro fermo la notte precedente durante il rientro in Turchia.

Lo facciamo in primo luogo per rassicura tutti sulle nostre condizioni: stiamo bene e il morale è alto, e questo lo dobbiamo alla solidarietà e alla vicinanza manifestataci in questi giorni.

byenokvieaanqkhDopo la prima notte, passata tra caserme, perquisizioni ed interrogatori, la situazione è decisamente migliorata, anche se rimane la rabbia e la frustrazione per il prolungamento della nostra detenzione.

Una rabbia ancora più grande la proviamo pensando a quello che vuol dire l’embargo turco ai danni del Rojava: Continue reading


Due compagni della Carovana per il Rojava fermati al confine Turco-Siriano

Nella notte tra ieri e oggi (20-21 Maggio) alcuni compagni della carovana per il Rojava hanno tentato di rientrare in territorio turco dopo aver portato solidarietà attiva al popolo del Rojava, popolo chiuso a nord dall’embargo della Turchia e completamente accerchiato nelle altre direzioni dall’Isis.

La carovana per il Rojava aveva l’obiettivo di portare aiuti alla città di Kobane, anche se questo ha significato violare la chiusura delle frontiere turche, con la determinazione e la tranquillità di portare solidarietà a un popolo che per essere libero e per fermare l’avanzata dell’Isis ha dato tutto. La carovana ha deciso consapevolmente di non rispettare il blocco della frontiera, istituito in maniera ipocrita formalmente contro lo stato islamico, ma nei fatti uno strumento di repressione Continue reading


Un’intensa giornata a Kobani (19 Maggio 2015)

Il nostro quarto giorno a Kobane è stato veramente intenso e ricco di incontri e discussioni. Iniziamo dal mattino con una visita all’ambulatorio di Heyva Sor a Kurdistan, la mezzaluna rossa kurda. Quando arriviamo l’ambulatorio è già pieno di gente, e veniamo ricevuti dalle responsabili della struttura che ci presentano il loro lavoro a partire da una descrizione generale delle condizioni del comparto sanitario nel cantone. La guerra ha colpito pesantemente le infrastrutture sanitarie. Attualmente sono stati riaperti 23 ambulatori nella regione, compreso quello che visitiamo, che ha ripreso la sua attività da appena una settimana. Nei villaggi la stragrande maggioranza degli ambulatori sono ancora chiusi. Mancano materiale sanitario, medicine e medici, in maniera particolare pediatri e ginecologi.

SONY DSCLa mezza luna rossa kurda ha storicamente avuto difficoltà ad operare perché il suo nome è stato sempre associato al PKK. Oggi gestisce due centri; di altri due la riapertura è prevista nelle prossime settimane. Le attività principali sono rivolte appunto alle donne e ai bambini. Ad esempio da un mese, ogni 15 giorni, distribuiscono latte in polvere, provando a offrire una copertura a Continue reading


Kobane è un fiore da far crescere e da continuare a difendere (18 Maggio 2015)

1Nella mattinata del 18 maggio siamo stati accolti all’interno della municipalità di Kobane, dove incontriamo i due co-presidenti (la co-presidenza prevede sempre parità di genere in ogni carica), e con loro anche il sindaco storico, presentato come padre della città, che rimane nel ruolo di “accompagnatore” per i due nuovi. E’ lui che introduce l’incontro, spiegandoci quant’è importante per il popolo curdo questo momento storico, che certo senza la resistenza e i martiri non sarebbe stato possibile, ma che ha un valore che va oltre a tutto ciò, un momento storico che segna una svolta sotto molti punti di vista. Il popolo curdo, ci viene spiegato, si sta occupando per la prima volta del proprio futuro, dopo decenni di diritti negati e sottomissione ai regimi ed agli stati-nazione considerati come una delle cause dei conflitti del Medio Oriente. Per questo, l’esperimento di una “democrazia senza Stato” può essere la soluzione per l’intera regione e non solo. La presenza (in questo momento scarsa) di delegazioni internazionali è ritenuta fondamentale, da una parte per far conoscere al mondo una società ed un popolo prima conosciuti Continue reading


Prove di futuro a Kobani (17 Maggio 2015)

Il nostro secondo giorno inizia con il risveglio nella Guest House ed un sole caldo che illumina Kobani. Più dei 30° (e forse oltre), quello che ci scalda il cuore è la straordinaria accoglienza che riceviamo dalle compagne e dai compagni Curdi. Il primo incontro della giornata avviene presso la sede dell’amministrazione del cantone dove incontriamo alcuni membri del comitato che si occupa della ricostruzione di Kobani, che ha l’arduo compito di coordinare i vari comitati tematici (istruzione, sanità, etc) nella ricostruzione della città.

Il comitato di ricostruzione di Kobani

Il comitato di ricostruzione di Kobani

L’ISIS voleva distruggere Kobani e con essa la possibilità di costruzione di una società altra basata su un idea rivoluzionaria per l’area Mediorientale e non solo. Un modello di condivisione, partecipazione, convivenza pacifica ed emancipazione che probabilmente è quella che ha spaventato i daesh (e che spaventa gli stati nazione). “La resistenza è stata una resistenza collettiva, una resistenza contro le barbarie, per questo pensiamo che Kobane sia di tutti, che oggi Kobane sia la capitale dell’umanità.”

La resistenza di questa città Continue reading